Fame chimica

Fame chimica

Cosa mangi a lezione?

BRESCIA - La “fame chimica” non è legata esclusivamente all’utilizzo di cannabis.

Da uno studio della University of Offlaga, sembrerebbe che anche le lezioni universitarie inducano questo effetto. Ecco di cosa si abbuffano gli studenti:

LE PATATINE

Specialmente in orario aperitivo, il richiamo del “Crik crok” diventa un acufene insopportabile. Non vi resta che aprire il sacchetto in dotazione nel vostro zaino e svuotarlo in un battibaleno. Chi non si lecca le dita...

LA BARRETTA

Il sinterizzato ideale per chi vuole sgarrare durante la lezione, senza fare un torto alla propria coscienza. Siam convinti che cereali, cioccolato e frutta secca saranno presto affiancati da uovo, guanciale e pecorino.

LA MATITA

Prima di fiondarsi sullo snack, molti studenti testano cibi alternativi. Penne rosse ed evidenziatori gialli lasciano il primato all’inimitabile gusto della matita in legno. Consigliamo una HB con aggiunta di fluoro, calcio e xilitolo.

LE UNGHIE

Non commestibili ma degustabili, aiutano a mantenere sotto controllo lo stress e l’appetito ingiustificato. Dopo averle assaporate non disperdetele nell’ambiente. Non mangiate le pellicine: quello è cannibalismo!

IL TUPPER DEL GIORNO

I soggetti patologici si presentano a lezione con uno ‘spuntino premeditato’ e ben sigillato, da consumare in aula. Spesso succede a chi si è rivolto ad un nutrizionista, invece che allo psicologo. Aerare il locale prima di soggiornarvi.

I DOLCI

Non fate l’errore di presentarvi a lezione con un sacchetto di dolci. Che siano cioccolatini o dolcetti dell’oratorio il risultato sarà lo stesso: finiti entro la prima ora e sensi di colpa per tutta la giornata. Meglio un sano lecca-lecca.

Giuseppe Zana

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